Giorno 1 - Sabato 31 luglio 2004
Km 39,0 - 1550 m. salita - 210 m. discesa
Monguelfo - Dobbiaco - San Candido - Arnbach - Sillanerhütte
Monguelfo (BZ), m. 1087, ore 9.30: ogni record è infranto dalla truppa di partecipanti all'edizione 2004 del TorTour. 22 biker, di cui 6 donne e ben 7 esordienti: inoltre sono ben 11 le conferme rispetto all'edizione precedente, segno che il TorTour resta nel cuore !!! Senza dimenticare il forfeit dell'ultima ora di Manuel ...
Verso le 10.15 si parte lungo la ciclabile dell'Alta Val Pusteria che alterna tratti asfaltati e sterrati lungo un tranquillo itinerario in leggerissima salita lungo la Rienza, attraversando Villabassa (m. 1153 - km 7,0) e fino a Dobbiaco (m. 1246 - km 11,9).
Tra Dobbiaco e San Candido (m. 1183 - km 16,4) cambiano pendenza e corso d'acqua: iniziamo a scendere in direzione di Lienz e del confine con l'Austria costeggiando la Drava. Senza accorgercene, unico segno le indicazioni monolingue in solo tedesco, scivoliamo in territorio austriaco (m. 1125 - km 25,3) lungo l'asfalto della ciclabile, che abbandoniamo una volta giunti a Arnbach (m. 1108 - km 27,0).
Restiamo "basiti" difronte al divieto di transito anche per le bici lungo la strada forestale n. 403 dell'Alta Via Carnica, ma effettivamente le regole austriache sono completamente diverse da quelle nostrane: in ogni caso iniziamo a salire ed il gruppo si sgrana quasi subito in virtù delle forti pendenze. La salita si apre ogni tanto su balconi naturali che offrono una vista spettacolare su tutta la valle verso Lienz, poi la strada spiana un attimo prima di impennarsi nuovamente fino alla Leckfeldhütte (m. 1943 - km 36,9).
Dopo una meritata pausa con una serie di azzardi calorici di tutto rilievo saliamo nuovamente in sella per affrontare gli ultimi 500 metri di dislivello in salita che ci separano dal rifugio: la strada sterrata sale senza pause lungo la valletta sotto il rifugio, di fianco ad alcuni laghi, di cui ipotizziamo solo la freschezza dell'acqua, e qualche cascatella, poi si inizia ad intravedere il Rifugio Sillianerhütte (m. 2447 - km 39,4), nel cuore delle Alpi Carniche, che raggiungiamo con un ultimo strappo verso le 17.00.
A parte i letti a castello 6+6 nel "lager" e la doccia gelida per i 2 malcapitati che hanno la sfortuna di lavarsi per ultimi, la strategica posizione del rifugio, sul confine tra Austria e Italia, offre ancora alcune ore di sole, una vista mozzafiato sulle pareti della Croda Rossa e delle Dolomiti di Sesto ed una cena buona e abbondante. Poi tutti nel lager per quella che sarà una notte di tormentatissimo riposo.
Giorno 2 - Domenica 1 agosto 2004
Km 74,0 - 1530 m. salita - 1880 m. discesa
Sillanerhütte - Malga di Nemes - Passo Monte Croce Comelico - Sesto Pusteria - Lago Dobbiaco - Passo Cimabanche - Rifugio Vallandro
Colazione ipercalorica, vestizione veloce e si parte: un paio di Km di velocissima deìiscesa su largo sterrato fino al Rifugio Gallo Cedrone e poi uno splendido sterrato, tra baite invidiatissime all'ombra di larici secolari e pascoli in fiore, ci conduce al vecchio Forte. Torniamo in tenuta "short", bi- tri- e quadricipiti più o meno torniti guizzano su tutte la bici, quando iniziamo a risalire il dolce sterrato verso Malga di Nemes: dopo un tratto tra gli alberi la valle si apre su un magnifico pascolo, incorniciato a destra dalle ..... e a sinistra dalla ...... Sosta d'obbligo alla malga, tra strudel, caffè e belati di capre: ora si sale leggermente poi giù per un pendio erboso e dopo un tratto di sentiero giungiamo a Malga Coltrondo.
Il gruppo si allunga (errore!) convinto di poter lasciar corre le ruote lungo la discesa asfaltata fino ad incrociare ...: il in 5 non fanno caso al bivio a destra, con conseguente inutile corsa verso i fuggitivi per avvisarli dell'errore. Un manipolo di valorosi si immola per recuperare il resto della truppa, mettendo in preventivo di sciropparsi la salita, il resto risale il paio di km si salita non previsti e finalmente si immette nel sentiero che dovrebeb portare a Passo Monte Croce Comelico.
Questo breve tratto in discesa (sulla carta) si trasforma in una trappola di un'ora abbondante: strata sbarrata da tronchi giganteschi, saliscendi infiniti, morale della truppa sotto le scarpe ... quando finalmente un ultimo tratto di single track su argilla ci catapulca sul Passo (...) dove ci offrono un simpatico siparietto i fuggitivi di prima ed i loro salvatori che hanno raggiunto il passo su comoda strasa asfaltata. Il ritardo accumulato ed il maltempo annunciato per il pomeriggio ci costringono ad annullare la deviazione per ..... Circa 15 Km di strada asfaltata in discesa fanno scivolare il gruppo affamato verso Sesto Pusteria e san Candido (...): il gruppo di divide tra filocarboidrati e ultras delle calorie.
Poi parte una crono verso Dobbiaco (..) : il capotreno Polpaccino divora l'asfalto della ciclabile in leggera salita, gli altri ansimano in scia fino al Lago di Dobbiaco. Da qui al successivo Lago di Landro e Carbonin trionfa l'anarchia: commando risalgono il sentiero tra alberi ed avvallamenti pietrosi, milizie seguono i tratti sterrati della Dobbiaco-Cortina, alfisti convinti lasciano gocce di sudore sull'asfalto della statale.
Per fortuna prima di carbonin (..) anche i più stanchi si rinfrancano ammirando i profili delle Tre Cime di Lavaredo e del ... verso Misurina.
La salita verso il Rifugio Vallandro non è così dura come temuto, ma il caldo (ma non doveva piovere ?) i km del giorno (alla fine sono oltre 73..) ed i commenti tecnici dei pedoescursionisti ("Eh, ma lui fa meno fatica perche ha il doppio ammortizzatore") rendono comunque impegnativa anche la costante pendenza della vecchia strada militare.
In cima (....) ci sono tantissimi motivi che valgono ampiamente le fatiche di questa lunga giornata: panorama mozzafiato, visita al forte, cena robustissima condita da simpatica atmosfera, camera con bagno (splendidi entrambi !!) e per i più arditi passeggiata notturna al chiaro di luna sull'altopiano fino al vicino Albergo Prato Piazza.
Giorno 3 - Lunedí 2 agosto 2004
Km 64,0 - 1580 m. salita - 1830 m. discesa
Rifugio Vallandro - Prato Piazza - Monguelfo - Valdaora - Brunico - Riscone - Plan de Corones - Passo Furcia
Giornata campale che si apre con la conferma che verremo immortalati nel pomeriggio da una troupe di Südtirol Heute, grazie agli agganci atletico-televisivi di Claudio ... I più mattutini non perdono l'occasione di visitare il forte al cospetto della spettacolare vista su .....
Poi si parte, la giornata è meteorologicamente splendida, ed in un paio di minuti attraversiamo i pascoli dell'altopiano fino all'albergo Prato Piazza: gli asfaltisti sono ora pronti ad attaccare con gioia i tornanti che scendono a fondovalle mentre gli amanti della polvere hanno a disposizione una serie di ripidi tagli per rendere la discesa più avvincente.
Arrivati all'Albergo Ponticello un prolungato sguardo alla procace parcheggiatrice tatuata e poi via, parte su asfalto e parte su sterrato scendiamo fino a Schmieden/Ferrara e poi lungo la ciclabile giungiamo a Monguelfo. L'occasione è troppo ghiotta per abbandonare inutili pesi nelle auto parcheggiate e per rifarsi il trucco in vista dell'appuntamento mondano del pomeriggio.
Da Monguelfo la ciclabile conduce a Valdaora costeggiando prati e boschi, campi coltivati, ................
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Giorno 4 - Martedí 3 agosto 2004
Km 32,0 - 910 m. salita - 210 m. discesa
Passo Furcia - Marebbe - Val Fojedöra - Somamunt/Kreuzjoch - Lago di Braies - Monguelfo
L'ultima tappa nasce con i migliori auspici: tempo splendido, spiriti rinfrancati dopo l'episodio di protagonismo televisivo collettivo del giorno prima, sulla carta questa dovrebbe finalmente essere la tappa meno faticosa.
Si inizia in scioltezza lungo la splendida sterrata (segnavia nr. 1) che dal Passo Furcia (m. 1745) scende a Miara (m. 1502) tra pascoli verdissimi, nel regno delle piste da sci da che d'inverno fanno la felicità di San Vigilio di Marebbe. Da La Miara scendiamo ancora di ca. 1 Km su strada asfaltata fino a raggiungere quota m. 1400 - Km 5,0.
Da qui fino la nostra stella polare diventa il segnavia nr. 19. La sterrata bianca che sale lungo la Val Fojedöra è semplicemente meravigliosa: dapprima nel fresco del bosco, si apre poi a scorci di rara bellezza sulla selvaggia natura circostante. Non incontriamo nessun escursionista nè collega in mtb: i camosci sul versante opposto della vallata ci ricordano di chi siamo ospiti.
Fa molto caldo, la salita non molla e l'ultimo tratto che porta al passo è un'impennata che non risparmia nessuno: siamo a Somamunt/Kreuzjoch (m. 2283), nella pace più assoluta, incantati dal biancore della roccia che ci circonda e l'azzurro del cielo limpido sopra di noi.
La discesa fino a Hochalmhütten (m. 2114) è di quelle da non-ti-scordar-di-me : sentiero bianco, filante, dossi e curve da prendere in velocità. Poi diventa stretto, tecnico, dentro e fuori dal bosco, radici e rocce da superare con gli escursionisti che salgono dal lago: impossibile restare sempre in sella, ma il divertimento, con un single track così, è comunque assicurato.
In fondo ci attende il Lago di Braies con le sue acque incastonate tra ........... I turisti sono tanti, forse troppi per un posto così bello. Noi ci rifocilliamo, i più "cool" osano un tuffo da sirenetto, e dopo un meritato riposo affrontiamo gli ultimi km di asfalto verso Schmieden/Ferrara ed infine calchiamo per la terza e ultima volta la ciclabile che ci conduce a Monguelfo per scrivere la parola fine a questa indimenticabile avventura.
Alla prossima...
Max