TorTour 2003 : diario

Giorno 1 - Venerdì 25 luglio 2003
Km 30,0 - 1880 m. salita - 1420 m. discesa
Malè - Bagni di Rabbi - Passo Cercena - Cogolo


Malé (TN), ore 9.00: iniziano a radunarsi i 14 protagonisti di un TorTour storico, sia per numero di partecipanti sia sopratutto perché il primo ad ospitare una gradita e significativa presenza femminile.

Il tempo é splendido ed alle ore 10.15 si parte dal centro di Malé imboccando la strada provinciale della Val di Rabbi: salita asfaltata a decisamente non impegnativa fino a San Bernardo (m. 1086 - km 8,5), poi ci portiamo sulla riva sinistra del Noce dove abbiamo i primi assaggi di sentiero e sterrato pedalando al fresco fino a Bagni di Rabbi (m. 1222 - km 12,8).

Siamo all'interno del Parco Naturale dello Stelvio: la salita sterrata in direzione di Passo Cercena si stacca dal fondovalle ed entra nel bosco di abeti con pendenza notevole per alcuni km (un cartello invita le auto ad inserire la prima marcia!) fino ai pascoli di fondovalle.
L'ambiente é ricchissimo d'acqua: ruscelletti, fontane, cascatelle alleviano peró solo in parte la fatica per la salita che si impenna per lunghi ripidi tratti fino alla Malga Cercena Bassa (m. 1942 - km 19,5) prima e Malga Cercena Alta (m. 2120 - km 20,8 - ore 14.00) poi, sul versante sud del Monter Villar.

Siamo ancora a -450 m. di dislivello dallo "scollinamento" odierno, il Passo Cercena a m. 2623, in realtá Cima Coppi di questo TorTour: cosa ci aspetta lo capiamo subito dopo una breve pausa alla malga, quando iniziamo a risalire il sentiero nr. .... dopo avere attraversato il rio che solca la valle. Solo a tratti é possibile spingere la mtb con estrema fatica lungo la traccia che sale implacabile verso la cresta, i piú decisi si caricano le mtb in spalla fin dall'inizio.

Dopo infinite imprecazioni ed un paio di illusori tratti leggermente meno impegnativi, affrontiamo le ultime terribili serpentine finali che ci conducono al Passo Cercena (m. 2623 - km 22,3 - ore 16.00), confine tra la Val di Rabbi e la Val di Pejo : il panorama che ci si presenta davanti é veramente grandioso, con i vicini ghiacciai del Vioz, Cevedale, Presanella e il Lago di Pian Palú incastonato nella Val del Monte.

Come sempre accade in questi casi ci godiamo a fondo lo spettacolo, contenti che ne sia valsa la pena, prima di tuffarci lungo lo splendido single track che scende sul versante opposto: tratti esposti e molto tecnici fanno la gioia dei piú arditi fino ad arrivare al limitare del bosco dove il sentiero si allarga e scende tra gli alberi fino a Malga Levi (m. 2015 - km 24,0 - ore 17.00).

Giusto il tempo di constatare che nemmeno in questa malga troveremo da mangiare e/o bere tanto agognati, poi imbocchiamo la strada sterrata che scende veloce e con molti tornanti fino a Celledizzo e quindi a Cogolo (m. 1173 - km 30,0 - ore 18.30), dove arriviamo giusto in tempo per una veloce doccia prima di sederci a tavola al Hotel Ortles, dove spazzoliamo la gradevolde cena placando una fame divenuta mostruosa.

Giorno 2 - Sabato 26 luglio 2003
Km 48 - 2130 m. salita - 1190 m. discesa
Cogolo - Pian Palù - Fucine - Ossana - Rifugio Orso Bruno


Il meteo ci sorride anche al mattino del secondo giorno, che si preannuncia come una tappa da non sottovalutare assolutamente per le fatiche distribuite equamente tra mattina e pomeriggio: abbondante colazione, da cui escono sconfitti gli altri ospiti dell'albergo, e partenza alle ore 9.00 alla volta di Fonti di Pejo (m. 1393 - km 3,0) lungo i tornanti della giá trafficata strada provinciale, che fortunatamente abbandoniamo subito dopo, giunti al primo tornante della salita verso Pejo Paese.
La strada asfaltata si inoltra attraverso ampi prati nella Val del Monte in direzione Pian Palú e dopo essere entrata nel bosco giunge, nei pressi di Malga Termenago di Sotto (m. 1530 - km 6,8), al bivio da cui prende inizio la Strada Militare (sentiero nr. 124).
I tornanti sono numerosi e la strada sale con pendenza costante ed agevole all'interno del bosco fino alla localitá Vegaia (m. 1980 - km 11,6 - ore 11.20): guardando verso Pejo possiamo renderci conto di quanto in alto si trovi il Passo Cercena da dove siamo scesi ieri.

Dopo una meritata pausa scendiamo lungo una stradina boschiva (sentiero nr. 124), attraversiamo l'impetuoso Rio Vegaia che scorre nella Val degli Orsi e giungiamo alla Malga Giumella (m. 1946 - km 13,3) da cui si dominano dall'alto le acque turchesi del Lago di Pian Palú. Dopo le foto di rito scendiamo in direzione del lago lungo una stradina ciotolosa fino ad incrociare sulla destra il sentiero che porta alla Malga Pian Palú (m. 1826 - km 15,2 - ore 12.20) dopo aver superato alcuni tratti, ricchi di sassi e radici per la gioia dei piú tecnici, in riva al torrente Noce immissario del lago.

Da questo punto fino allo sbarramento a valle percorriamo un largo sentiero sulle sponde del lago: il colpo d'occhio é veramente straordinario e merita qualche sosta. Attraversata la diga scendiamo a Fontanino (m. 1668 - km 19,3) lungo una ripida strada sterrata che surriscalda freni e mani di tutti: per fortuna (?!!) possiamo abbeverarci alla fonte di acque minerali dal gusto decisamente particolare, prima di riprendere l'asfalto che ripercorre al contrario l'itinerario della mattina fino a Cogolo (m. 1173 - km 26,4 - ore 13.00), dove il gruppo cresce di dimensioni aggregando Mirco.

Dalla "balera" di Cogolo scendiamo lungo la lingua d'asfalto della pista ciclabile fino a Fucine e da qui giungiamo ad Ossana (m. 1047 - km 33,5), punto di partenza della seconda fatica di giornata, la salita al Rifugio Orso Bruno: questa salita é stata preferita dal sottoscritto alla scontata salita da Marilleva, perché offriva tratti in falso piano dove rifiatare.
Sta di fatto che la salita verso la Val Piana é l'esatto contrario di quanto uno si possa aspettare dal nome della destinazione finale: ripide rampe prima asfaltate e poi lungo alcuni tornanti su strada forestale, visto l'orario (14.30) e la temperatura (31°) si poteva trovare di meglio.
Giunti alla sbarra con annessa casellante-guardia, la strada rende finalmente onore al nome della valle ed entra nei prati dell’ampia conca a fianco del torrente Foss: al bivio in mezzo al prato proseguiamo a sinistra, direzione Lago dei Caprioli, seguendo una larga strada sterrata che sale con pendenza moderata nel fitto bosco di abeti e giunge in discesa al parcheggio del Lago Caprioli – Fazzon (m. 1300 - km 38,7 - ore 15.15).

Giusto il tempo di uno sguardo al centro visitatori del Parco Naturale Adamello Brenta, poi scendiamo qualche centinaio di metri in direzione Pellizzano sino alle ultime villette della Località Fazzon: prestando attenzione a destra alle indicazioni per Malga Fazzon Alta, ringraziando le preziose indicazioni di un "indigeno" ("L'é dura .."), imbocchiamo una strada sterrata che sale fino alla malga dove arriviamo semi-esausti (m. 1546 - km 41,6) dopo numerosi tratti mucho ripidi.

Ci rendiamo conto che é troppo tardi per scendere a Marilleva 1400 per usufruire del trasporto in seggiovia fino a Malga Pianciana a m. 1900: gli impianti chiudono alle ore 16.30, bisogna farsela in bici fino al rifugio ed il malgaro ci mette del suo ipotizzando un tempo di ancora 2 ore fino a Malga Pianciana, a patto di seguire le sue precise indicazioni.

Risaliamo in sella in direzione Marilleva lungo la sterrata che ha termine dopo circa 1 km, trasformandosi in un sentiero che ci obbliga a trasportare in discesa le bici per circa 300 metri sino ad incontrare la strada sterrata che sale da Marilleva verso Laghi del Malghetto: rassegnati iniziamo a risalire.

Iniziamo a temere di non riuscire a raggiungere il rifugio per l'ora di cena, vittime dei molti tratti impegnativi di sterrato: poi al Km 45,0 un sentiero sulla sinistra con indicazioni per Malga Pianciana (come predetto dal malgaro) !
Si scende per una decina di metri fino a guadare un torrente e si risale sulla sponda opposta spingendo o portando la bici per una decina di minuti lungo il sentiero che si snoda nel fitto sottobosco fino a raggiungere il ristoro Orti: poi ancora 0,5 km lungo il sentiero nr. 201 fino a Malga Pianciana (m. 1898 - km 46,0 - ore 17,50).

Uscendo dal bosco vediamo chiaramente in alto la sagoma del rifugio (terminale d'arrivo di ben tre impianti di risalita: da Folgarida, Marilleva e Madonna di Campiglio) e questo ci rivitalizza non poco: lo sterrato é ancora impegnativo ma lo superiamo, chi in sella chi a spinta, sulle ali dell'entusiasmo e della fame arrivando al Rifugio Orso Bruno (m. 2143 - km 47,8) alle ore 18.45 giusto in tempo per una doccia calda ed una cena proporzionale alla fatica compiuta.

Giorno 3 - Domenica 27 luglio 2003
Km 32 - 1120 m. salita - 1020 m. discesa
Rifugio Orso Bruno - Malga Dimaro - Passo Campo Carlo Magno - Madonna di Campiglio - Rifugio Graffer


Alba del terzo giorno, Giove Pluvio si é annunciato per il pomeriggio ma alla mattina la vista sul Gruppo del Brenta é superba, speriamo di non bagnarci troppo: la tappa é la meno dura del tour, ma un temporale con i fiocchi puó renderla un inferno.

Riempite le ventra con la colazione siamo pronti per la discesa: la sterrata é scorrevolissima e priva di insidie, scendiamo fino alla localitá Malghet Haut (m. 1861 - km 2,5) e quindi a destra fino a Malga Dimaro (m. 1662 - km 4,2 - ore 9.30).
Il malgaro tenta invano di indicare al sottocritto una traccia da seguire nel bosco per giungere direttamente al Ristorante Genzianella: dopo un attento sopralluogo che non dá i frutti sperati optiamo per la discesa asfaltata fino ad incrociare la Strada Statale nr. 239 che risaliamo verso destra per 1,5 km in direzione Passo Campo Carlo Magno.

Ad un certo punto, prima di giungere al Ristorante Genzianella, sulla sinistra della S.S. imbocchiamo una larga strada sterrata (segnavia nr. 334) che attraversato il Torrente Meledrio sale dolcemente fino alla Malga Mondifrá (m. 1668 - Km 10,9 - ore 10.30), per chi ne avesse bisogno l'ennesima conferma che in queste zone le malghe hanno unicamente una funzione produttiva (latte, formaggio) e non di ristorazione di orde di turisti: rimpiangiamo le birre fresche ma apprezziamo non poco la purezza dei luoghi.
La sterrata giunge quindi, a fianco dei campi da golf e delle residenze di Passo Campo Carlo Magno, alla base della cabinovia per il Passo Grosté: ci promettiamo di non averne bisogno per la salita del pomeriggio.
Dietro la stazione a valle imbocchiamo il sentiero dei Fortini che in brevissima ma intensa discesa ci conduce all'interno di Madonna di Campiglio (m. 1522 - km 14,5 - ore 11.00).
Annebbiato dai vapori del turismo di massa il gruppo si spacca, preda di impulsi da shopping e desiderio di un caffé in piazzetta centrale da veri "sboroni": il risultato é che solo un manipolo di 8 gagliardi segue l'itinerario originale che prevede una visita alle cascate di Vallesinella, mentre il resto del gruppo prende con calma la via del Rifugio Graffer.

La strada fino alle cascate si rivela una pianeggiante strada asfaltata, ombrosa al punto giusto, lunga circa 5 Km con un appendice di piacevole (parole di Viti!!) sentiero tecnico in discesa fino al Rifugio Cascate di Mezzo (m. 1454 - km 19,7 - ore 12.00), vero tempio della gastronomia "trash": sfruttando l'indubbio spettacolo delle Cascate di Mezzo riescono a servirci una pasta indecorosa ed un orrido radler in lattina ... mentre tra l'altro il tempo si annuvola.

Decidiamo di affrettare i tempi per evitare il probabile temporale: ripercorriamo a ritroso la strada fino a Madonna di Campiglio (km 23,0 - ore 13.00) e da qui su asfalto fino alla stazione a valle della telecabina del Grosté (m. 1636 - km 25,6) dove seguiamo le indicazioni per il Rifugio Graffer.

Affrontiamo i 630 m. di dislivello: la strada, inizialmente asfaltata, diviene subito sterrata con pendenze notevoli intervallate da tratti piú o meno pianeggianti, in ogni caso 100% pedalabile dai piú allenati.
Dall'alto solo qualche goccia: salendo c'é tempo per ammirare il panorama e esprimere il disappunto per i troppi impianti di risalita che hanno violato questo versante della montagna.
Dopo la stazione intermedia della telecabina si intravede il Rifugio Graffer che raggiungiamo alle ore 15.00 (m. 2261 - km 32,1).

Fatica giornaliera terminata: in tutta calma ci crogioliamo al sole, prendiamo possesso delle stanze, godiamo dei benefici di una doccia calda (gettone 3 Euro), smazziamo per tutto il pomeriggio, rimiriamo in lungo e in largo lo spettacolare panorama che si gode da qui, facciamo conoscenza delle simpatiche ragazze che collaborano alla gestione del rifugio ... finché non viene ora di cena, anche questa all'altezza delle aspettative.

Quindi altra partita a carte e alle 10 tutti a letto perché si spegne la luce ed abbiamo deciso di partire presto l'indomani presagendo una dura giornata.

Giorno 4 - Lunedì 28 luglio 2003
Km 42 - 1800 m. salita - 3250 m. discesa
Rifugio Graffer - Malga Flavona - Lago di Tovel - Tuenno - Rifugio Peller - Malè


Il giorno piú lungo ! Non é solo il titolo di film di guerra .... al risveglio non possiamo immaginare quanto dovremo patire per portare a termine questo TorTour2003.

Il meteo ci é ancora amico, nella notte il temporale si é sfogato rischiarando a tratti tutto il pianoro su cui sorge il rifugio e al mattino le cime del Brenta sono illuminate da uno splendido sole: colazione alle 7.00 ed alle ore 8.15 ci lasciamo alle spalle il rifugio lungo la sterrata che s'arrampica fino a Passo Grosté (m. 2456 - km 1,3) difianco ai tralicci della cabinovia.
Salita dura ma breve e fatica iniziale ampiamente ripagata dallo spettacolare panorama a 360° sul Gruppo del Brenta da un lato e Adamello e Presanella alle nostre spalle: la cabinovia inizia ad "espellere" sul passo numerosi escursionisti a piedi.
Questo ci spinge ad affrettare il passo lungo il sentiero nr. 301 (poi nr. 371) che tra imponenti roccioni scende in direzione di Malga Flavona Alta: alcuni tratti di splendido single track, altri trattenendo la bici in discesa, altri ancora spingendola per brevi tratti in salita, incalzati sempre piú da vicino da un gruppo di turisti "caciaroni" che fanno scappare perfino un branco di camosci infastiditi.

Fotografie e videoriprese ci fanno poi smarrire il senso del tempo: finalmente la parte piú tecnica del sentiero termina in un grande pianoro sopra la malga Flavona, dal quale si gode una bellissima vista dell’alta valle di Tovel con il Monte Turrion Basso che ricorda molto i paesaggi dei canyon americani.

Nell'ampia radura di pascoli la traccia del sentiero si smarrisce: sembriamo un branco di bovini liberi di brucare tanta erba fresca, poi ritroviamo il segnavia che scende ripido fino alla Malga Flavona Alta (m. 1885 - Km 2,6 - ore 11.00).
Vista l'ora affrettiamo la pedalata lungo la tecnica discesa sterrata fino alla Malga Pozzol (m. 1665 - Km 2,9 - ore 11.20), che offre per i piú arditi anche la possibilitá di pernottare e cucinare con propri mezzi in caso di necessitá (che ci auguriamo di non avere mai ...).

Il gruppo inizia a perdere i pezzi, perché Daniele saluta tutti per anticipare la partenza da Malé ed arrivare prima a casa.
Noi scendiamo comunque subito dopo lungo la velocissima sterrata che conduce al Lago di Tovel (m. 1247 - km 4,0 - ore 12.20): sapevamo giá che non avremo trovato le famose acque tinte di rosso ma il lago mantiene comunque il suo fascino.
La breve sosta implica una ulteriore spaccatura del gruppo: Luca (scarpe ko) e Mathias puntano subito direttamente su Cles e Malé lungo la strada provinciale, lo stesso faranno Carmen e Santina, accompagnate da Mirco, dopo una pastasciutta in riva al
lago.

Gli altri 9 (Max, Claudio, Andrea, Viti, Maurizio, Claudio2, Salvatore, Gianni e Maria Luise) non perdono altro tempo e proseguono sul'asfalto fino al paese di Tuenno (m. 714 - Km 12,6 - ore 12.50): per portare a termine il TorTour2003 resta un'insidiosissima salita finale verso il Rifugio Peller, originariamente pianificata da Cles per mitigarne la pendenza ma che decidiamo di intraprendere da Tuenno per limitare in kilometraggio.

Giá risalendo il paese, prima di imboccare la sterrata nel bosco, abbiamo un assaggio delle pendenze che ci aspettano, cui poi si aggiungono il fondo sconnesso della sterrata e le alte temperature: dopo le prime rampe al 15-18% sono piú quelli a piedi che quelli in sella.

A quota 1000 m., come un "deus ex machina" compare dalle retrovie un pseudo-trattore con cassone posteriore, carico di mattoni, cavalletti in fero e tubi in plastica, guidato da un giovine sotto le indicazioni di un simpatico contadino: subito viene offerto un passaggio a Maria Luise (di fianco al guidatore) ed alla sua mtb (nel cassone), poi é la volta del sottoscritto (che non si da pace per avere accettato !) e Viti, ospitati con le loro mtb nel giá ingombro cassone.

Giuro che si é trattato di una salita comunque faticosa, aggrappati al materiale nel cassone per non cadere dal mezzo: certo che gli eroi che se la fanno in sella non potranno mai capirlo ... in ogni caso abbiamo ancora il tempo di fare del bene caricando lo zaino di Salvatore e agganciando Gianni e Andrea cui non sembra vero di farsi trainare su questa salita con il 13 % di pendenza media.

I 2 nel cassone vengono scaricati a quota 1500 m. e si sgranchiscono le gambe fino a quota 1700 m., dove invece finiscono di scroccare il passaggio gli altri, quando i nostri salvatori raggiungono la loro destinazione finale.

Nemmeno 1/2 ora e arrivano i veri eroi del giorno, sempre in sella lungo quelle pendenze veramente terribili: dopo una meritatissima breve pausa saliamo insieme fino al Passo Fraine dove incrociamo la sterrata che avremmo dovuto risalire qualora fossimo giunti da Cles, quindi gli ultimi sforzi fino al Rifugio Peller (m. 2015 - Km 24,3 - ore 15.40).

Fetta di torta e radler (tutto fuorché a buon prezzo ..) e siamo pronti per affrontare quella che ci aspettiamo essere una comoda e scorrevole sterrata in discesa fino a Malé, una volta convinto Maurizio che avrebbe voluto gettarsi lungo il sentiero nr. 374 fino a fondovalle: invece iniziamo male e terminiamo peggio.

Nel comodo tratto di strerrata dal Rifugio alla Malga Clesera (m. 1921 - Km 27,0 - ore 16.15) sfioriamo due "perdite" per scelta di strada sbagliata: la visita alla Malga valeva comunque la pena solo per l'acquisto del formaggio.
Da qui un largo sentiero conduce fino a quota m. 1800 (Km 30,8) con andamento praticamente pianeggiante: siamo ancora a m. 1800 e non si accenna a scendere.

Veniamo subito accontentati: nonostante una segnaletica indecente ritroviamo il segnavia nr. 374 che scende al Rifugio Mezzol lungo una ripida strada forestale. Giunti ad un bivio, dove la segnaletica é ancora peggiore della precedente, seguiamo a sinistra le indicazioni per Malé: si rivela una faticosa perdita di tempo perche scendiamo di parecchi metri di dislivello per constatare che il sentiero é franato e tornare sui nostri passi inveendo a piú riprese.

Riprendiamo la sterrata fino ad uno spiazzo senza alberi: segnaletica assente ma optiamo per la soluzione piú logica a sinistra intravedendo il fondovalle e la sterrata ci porta fino quasi a fondovalle dove un largo sentiero con indicazioni Malé a sinistra, corredato da area picnic, ci illude sia ormai finita.

E invece no, perché restiamo "prigionieri" del bosco sul versante opposto della valle rispetto al paese di Malé, vittime di segnaletica divelta ed ingannevole, superamento di alberi caduti (per lungo, neanche di traverso !!!) sul sentiero, stanchezza e frustrazione incombenti, mentre sentiamo scorrere il Noce sotto di noi e vediamo il viadotto alle porte del paese.

Ci salva il solito "indigeno", un paonazzo contadino sul trattore che conferma come la sterrata che avremmo (ad onor del vero) in ogni caso scelto sia la giusta giusta: giungiamo sull'asfalto della ciclabile in riva al torrente e risaliamo a sinistra per un paio di km passando sotto il viadotto stradale fino a giungere esausti all'agognata Malé (m. 738 - Km 41,8 - ore 18.00).

Tutto finito? Neanche per sogno: si é scaricata la batteria del furgone porta-bici e dobbiamo attendere fino alle 19.30 prima di partire dopo l'intevento di un "prodigioso" meccanico locale.

Nonostante tutto un TorTour con i fiocchi: tantissima natura, condizioni meteo eccezzionali, pochi escursionisti a piedi, più sterrato (km 77) che asfalto (km 54) nonchè parecchi sentiero (km 18,5), all'interno di 2 parchi naturali.

Alla prossima...

Max